Bellissimo Natale, questo Natale appena trascorso. Bello perché allegro, caldo, pieno dell’affetto delle persone che amo e che mi amano, familiari e amici. Dopo il rituale dei pacchetti scartati sotto l’albero a mezzanotte della Vigilia, con Lollo che piangeva di gioia per aver ricevuto il regalo (costosissimo) che desiderava, e io che guardavo con stupore il primo vero regalo che mio figlio mi abbia mai comprato, di sua iniziativa e con i suoi risparmi, pensavo che il meglio fosse già accaduto. E non parlo davvero del valore economico dei doni, ma del significato e della gioia (magari un po’ venale, per quel che riguarda il figliolo, ma sincera) che hanno portato in tutti noi. Perché magari i soldi son pochi, ma le intenzioni sono buone, e sono di quelle che veramente alimentano la fiammella che ci tiene caldo il cuore.
Ma tanti bei momenti avrei ancora vissuto il pomeriggio seguente, da quando la prima delle mie amiche storiche, T., è arrivata :”Sai, sono venuta presto perché sono andata al cimitero (io abito vicino al cimitero n.d.A.), e per risparmiare benzina non son tornata per niente a casa”. Dite che non è una frase carina? Ma niente affatto! Io adoro T. perché è così com’è, cioè per molti versi simile a me. Il massimo della goduria me lo ha regalato quando, interrotta per l’ennesima volta dalla figlia decenne e petulante di una comune amica, che continuava a rompere perché voleva il pasticcino, e l’aranciata, e il tovagliolo, la mitica T. è sbottata: “Oh, ma sei proprio una rompico**oni! E che non hai le mani per prendertele da sola ste cose?” Pausa ad effetto mentre la pupetta la guardava tra lo stupito e l’affascinato e “E comunque poi ti racconto una bella storia!”. E io “Sì sì, di quelle che non fanno dormire la notte!”. La stessa T., più tardi, si è lanciata in un’animata esposizione della teoria del “karman positivo e karman negativo delle case”, in questo spalleggiata da un suo amico, che ho da poco conosciuto, che con aria ispirata sosteneva la stessa tesi, socchiudendo gli occhi tanto di frequente che ho pensato stesse addormentandosi (ma in realtà, mi ha assicurato, stava solo elaborando il tutto).
Poi è arrivata l’amica L., che conosco dai tempi dell’asilo, mamma felice di una pupetta di due anni, bellissima e buonissima ma dall’aria un po’ corrucciata. Fino a tre anni fa considerava tutti i bambini un po’ alieni e li riprendeva sovente (quelli altrui) con un certo sussiego e una certa dose di adulta severità, ma appena le ho chiesto “Ma tua figlia non ride mai?”, è partita lancia in resta “No, è una bimba allegrissima e dolcissima. Solo che non conosce nessuno e…”. L’ho stoppata “Uè, non fare la mamma , mica ho detto che tua figlia non va bene eh? la vedevo solo un po’ seria”. Aaahhh, lo dico sempre io…bisogna passarci, poi si cambia, eh, come si cambia.
E vogliamo tacere del Vicino di Casa che, pur malaticcio, è riuscito a portarmi il primo regalo della sua vita, specificando che era anche l’ultimo, e che la smettessi di rompergli le palle con richieste assurde, perché tanto non spenderà più un soldo per me. Ho accettato con entusiasmo sia il regalo sia la postilla, naturalmente a condizione di reciprocità :-).
Una nota a parte merita Alessandra, la mia amica del cuore: per problemi di parentame vario, è arrivata in ritardo, e tutti i presenti non facevano che chiedermi dove fosse, e quando sarebbe arrivata, tanto che per un momento ho pensato che forse erano lì tutti per lei più che per me.
E poi, il mio adorato ex marito, senza il quale il pomeriggio di Natale non sarebbe lo stesso, e P., altresì chiamato da me “l’uomo ideale”, soprattutto perché è l’uomo di L., che ne sopporta anche i lati negativi, mentre noi amici prendiamo il meglio del suo carattere e della sua simpatia dirompente.
Insomma, un pomeriggio che è diventato sera inoltrata, e che si è concluso con un brindisi augurale, per me e per tutti noi. E mentre guardavo i visi cari che mi circondavano, ascoltavo quelle voci così familiari che non ho occasione di sentire spesso, ma che risuonano ormai da più di 20 anni nel salotto di casa mia e che sono ormai tradizionali come il panettone e “Tu scendi dalle stelle” ho pensato, davvero…ecco sì, adesso è Natale!