Molte, moltissime persone mi chiedono perché non aggiorno più spesso il blog (non è vero, non me lo ha chiesto nessuno). Rispondo volentieri ai miei tanti fans: non ho nulla da scrivere. Nulla di rilevante, di divertente, di interessante. Nulla o poco più. Che poi non ho capito se “più di nulla” è qualcosa o è ancora più niente del nulla. La mia vita galleggia su un mare d’olio. Nessun brivido, nessuna emozione. Il nuovo lavoro è interessante, divertente, se mi pagassero con più sollecitudine sarebbe perfetto, ma è fatto di cose coperte da segreto professionale, per cui nemmeno posso sfiziarmi ad entrare nei particolari. Potete immaginare quali siano quelli più gustosi, visto che si tratta di investigazioni private. Però posso fare una riflessione. Più vado avanti, più mi accorgo che al mondo ci sono disperazione, follia, insoddisfazioni, paranoie, insomma una sorta di masochistica tensione all’infelicità che porta la gente a perseguire risultati che anziché rendere più sereni, aiutano a scavare la fossa in cui tutti sembrano lì lì per buttarsi volontariamente e, oserei dire, quasi coscientemente. Poche persone vanno a caccia di speranze o di consolazione. Qualcuno coltiva qualche illusione, ma è comunque combattuto tra il desiderio di vedere confermate le proprie paure, e la paura di vedere realizzati i propri desideri. C’è chi indaga sperando di essere smentito. C’è chi si irrita perché invece viene smentito. Il risultato è che, in questo come in tantissimi altri campi su cui si svolgono le vicende dell’umano vivere, nessuno è mai contento. Quando poi si tratta di pagare la parcella, naturalmente, lo scontento aumenta. Ma anche questa è diventata prassi in voga ovunque.
E l’amore? Uno schifo. No, peggio che uno schifo, perché lo schifo presuppone qualcosa che sta andando male. Quindi, ci riprovo.
E l’amore? Zero. Così va meglio. Sempre in tensione verso l’isolachenoncè. Almeno fosse l’isolachecifà, invece nulla. Né c’è né ci fa. A volte sembra intravvedersi uno spiraglio nel buio. Macché, sono fuochi fatui, che non lasciano cenere, non sciolgon la brina. Aveva ragione il chimico di De André: “ma gli uomini mai mi riuscì di capire perché si combinassero attraverso l’amore. Affidando ad un gioco la gioia e il dolore. ” Non mi capisco nemmeno io, ma di fatto è così. L’amore è un gioco. Al massacro.
Il Lollo va bene. Magro come un chiodo, non mette un grammo. Sta in panciolle quasi tutto il giorno, godendo le vacanze estive dopo un anno scolastico più che soddisfacente. Lo lascio fare. Quando vedrò che i piedi metteranno radici sul tappeto del salotto e le mani cominceranno a gemmare, proverò a schiodarlo dalla poltrona. Ah, ma ogni tanto esce pure lui. Non ha amici dove vive, se non conoscenti dell’ambito scolastico. Però frequenta dei coetanei di un paese vicino. Anzi, delle coetanee. Tutte fanciulle, che, pare, apprezzano il suo sense/nonsense of humor. Gli ho chiesto se si sente a disagio in mezzo a tutte “femmine”. La risposta è “no, perché non fanno parte della categoria delle bimbeminchia”. Ogni tanto provo a capire se c’è qualcuna che gli fa perdere il sonno, ma dorme come un sasso. Non posso basarmi sull’appetito, perché mangia poco da quando è nato. Chiederglielo è inutile, mi ha già detto che pure se fosse non me lo direbbe, quindi mi tengo le mie curiosità materne, e aspetto di vedere se le mie sensazioni trovino riscontro. Sicuramente no, perché le mie sensazioni non risultano mai fondate su qualcosa di concreto. Sono praticamente priva del sesto senso di cui tante donne vanno fiere. A me sta bene che il Lollo esca con loro, non mi piacciono i gruppetti “maschi contro femmine” e vedo che lui riesce ad essere stronzo con i maschi quando si relaziona con i maschi; e stronzo pure con le femmine quando si relaziona con le femmine. Insomma, stronzo, come quando sta con me. Vedere che le cose non cambiano mi dà un senso di sicurezza, illusorio ma che consola. E poi, vuol dire che il suo carattere è quello, indipendentemente da chi frequenta. Sì, questo è molto rassicurante. Ci rivediamo in cronaca nera 😀