Ieri ho visto un film fantastico, Graffiante desiderio, datato 1990 e qualcosa, classificato thriller erotico con nientepopodimeno che Andrea Roncato, Serena Grandi, Vittoria Belvedere e il celeberrimo Ron Nummi.
Purtroppissimo ho perso l’inizio, ma c’è questo giovane belloccio, Luigi, che sta con una tipa ma arriva Sonia, sua cugina, che lo seduce, confermando il famoso adagio “non c’è cosa più divina…”. Intanto cicciano fuori Andrea Roncato e la Serenona, datore di lavoro di Luigi e consorte. Andrea senza Gigi, è un imprenditore e offre un lavoro altamente qualificato a Sonia, che non sa far nulla ma è bona. E qui si capisce come mai a me nessuno ha mai offerto un lavoro altamente qualificato.
Com’è, come non è, Luigi e Sonia finiscono su una spiaggia di scambisti e lei lo convince a far sesso con una tizia che sembra un trans mentre lei si apparta con il relativo compagno. Luigi, con molto disgusto, si tromba il simil trans, ma quando torna da Sonia, lei lo mena tantissimo e lo riempie di graffi (da qui il titolo, suppongo), perché lui è andato con un’altra, dimostrandosi un porco, mentre lei voleva solo mettere alla prova la sua fedeltà. Vabbè.
Come se non fosse successo nulla, tornano a casa insieme. Il giorno dopo Sonia va da Andrea senza Gigi, e viene assunta, dopo una ripassatina di cui Luigi sembra non accorgersi. Contestualmente, Andrea chiede a Luigi di portare Serena ad un evento. Ma l’evento salta, Luigi e Serena cenano da soli, lei non porta le mutande, cerca di sedurlo mangiando della macedonia, lui resiste e torna dalla cugina/fidanzata, che dorme. Luigi è un po’ su di giri, prova a fare un’avance a Sonia che lo respinge male perché ha sonno (giustamente, stava dormendo), quindi lui va a cercare sul vocabolario la parola “schizofrenia”, e capisce qualcosa. Mah. Poi lei si sveglia, lui ha fame e mangia della carne avanzata per cena.
Intanto la sua ex fidanzata è scomparsa.
Ora non ricordo benissimo l’appassionante susseguirsi degli eventi, ma a un certo punto Luigi scopre un diario di Sonia, con delle formule magiche, degli appunti e un sacco di insulti. Senza un filo logico (apparente, e qui sta il genio dello sceneggiatore), si ritrova ad un’importante riunione di lavoro con dei giapponesi. Ma, colpo di scena, sulla proposta di contratto qualcuno ha scritto la frase “i giapponesi cagano giallo”. Purtroppo l’affare salta, perché i giapponesi, oltre ad evacuare in strani modi, si rivelano anche permalosi. Luigi viene licenziato e scopre che la colpevole è Sonia. Lei cerca di farsi perdonare mettendogli la lingua in bocca, ma lui niente…e la lascia.
Indagando con perizia, trova il cadavere della sua ex, in un congelatore in soffitta, e filmini di copule tra Sonia e Andrea, sempre senza Gigi, perché il triangolo no.
Mentre sta valutando se è il caso di fare qualcosa di più concreto che bamboleggiare aggiustandosi il ciuffo biondo, riceve una randellata in testa e si ritrova legato davanti a Sonia in reggicalze, che un po’ lo provoca, un po’ lo riempie di calci nelle palle. La fanciulla, si scopre aver ucciso i propri genitori, l’ex ragazza di Luigi e chissà chi altro, perché a 12 anni era stata stuprata da uno zio. Non si capisce se zio di lei, di Luigi o di tutti e due. Boh.
Arriva in extremis la polizia, chiamata da Serena Grandi, ma si accende una colluttazione che si conclude con Sonia che cade dal balcone.
Drammatico primo piano di un Luigi tumefatto e stravolto.
Fine.
Non capisco perché su Wikipedia sia stato definito il più brutto film italiano di sempre.
Proprio non capisco.